IL BIOTERRORISMO redatto da THE DOCTOR-8 |
Nel marzo del 1999 la prestigiosa rivista Archives of Dermatology aveva dedicato ben 12 pagine all'analisi delle manifestazioni cutanee di una guerra biologica e proprio a febbraio di quest'anno, in un convegno tenutosi a S. Francisco in tema di bioterrorismo e guerra batteriologica, la dottoressa Margaret Hamburg, denunciava che agenti chimici e virali letali come il botulino, l'antrace e la peste bubbonica potevano essere acquistati illegalmente su Internet da potenziali terroristi che avrebbero potuto considerarle armi piu' "appetibili" rispetto a quelle convenzionali, piu' a buon mercato, facilmente reperibili e occultabili. E il colonnello Edward Eitzen, capo dell'Istituto di ricerche mediche sulle malattie infettive dell'esercito americano, ammetteva: "uno degli agenti tossici che maggiormente temiamo e' il gruppo di tossine del botulino che potrebbe essere adoperato come arma da agenti-bioterroristi, ma molto pericoloso e' anche l'antrace. |
![]() | Prima ancora degli attentati dell'11 di settembre, quindi, per il 53% degli americani il rischio di attacchi con armi chimiche o batteriologiche era gia' possibile. Si temevano bioattentati per la notte del 2000 e le autorita' sanitarie americane condussero un test che simulava la diffusione di un aerosol di batteri (Yersinia pestis) della peste nera. In pochi giorni, si contarono 4mila infettati e 2mila morti. Gli ospedali sarebbero stati insufficienti e le medicine sarebbero in breve finite. Durante un'altra esercitazione in Oklahoma, a giugno scorso, si era ipotizzata una epidemia di vaiolo: nel giro di 12 giorni si contarono centinaia di migliaia di vittime in tutti gli Stati Uniti. |
Su 200 ospedali solo il 20% aveva un piano anti-bioterrorismo e meno della meta' un'area di decontaminazione con docce. Uno scenario apocalittico. Oggi qualcuno ricorda come nel 1984, una setta religiosa inquino' con la salmonella i ristoranti di un villaggio dell'Oregon per boicottare le elezioni, oltre 700 i ricoverati, ma soprattutto pesano i casi di febbre del Nilo verificatisi a New York nel luglio del 1999. Contemporaneamente a un'insolita moria di uccelli (colombi, corvi, passeri) che cadevano a terra morti, senza causa apparente, vecchi, bambini e altri pazienti con il sistema immunitario indebolito, cominciarono ad ammalarsi e a morire per una encefalite diffusa dalle zanzare e sconosciuta nei paesi occidentali. Una malattia, rara, esotica di cui parlo' pero' un disertore iracheno molto vicino a Saddam Hussein, avvertendo che il dittatore aveva lanciato un programma di guerra batteriologica usando come arma proprio la febbre del Nilo. Le indagini allora esclusero l'opera dei bioterroristi ma oggi i dubbi sull'operato della CIA tornano prepotentemente alla ribalta sui giornali americani. Chi sa manipolare il bioterrorismo? Questa e' la domanda piu' attuale. Gli esperti che possono essere coinvolti provengono da tre paesi: il Sud Africa, l'Iraq e la vecchia Unione Sovietica. Un biologo russo, ora negli Usa, spiega che i germi studiati per scopi militari erano almeno una trentina. Per molti di loro c'e' la possibilita' di ricorrere a un vaccino, ma e' impensabile una immunizzazione di massa della popolazione. Inoltre i sovietici selezionavano ceppi resistenti agli antibiotici e manipolavano geneticamente dei virus per renderli piu' aggressivi. Piu' facile pero' ricorrere al batterio dell'antrace che puo' essere coltivato in laboratorio e lasciato libero di produrre endospore che possono essere essiccate e conservate. La germinazione non richiede particolari attivazioni e avviene in genere in brevissimo tempo. |
Quale potrebbe essere l'obiettivo di un attacco batteriologico di massa? Con un aereosol in cui sono disperse le spore si possono infettare citta', aeroporti, ospedali, stadi e sistemi di trasporto come la metropolitana. Meno efficace disperdere i batteri negli acquedotti perche' il cloro dell'acqua farebbe diminuire molto l'infettivita' dell'agente utilizzato. Praticamente tutte le malattie che possono essere utilizzate dai terroristi sono comuni a uomini e animali, o diffuse da animali nel loro ciclo. Perche' non si e' pensato prima a preparare le dosi sufficienti per proteggere la popolazione civile da possibili attacchi? Il vaccino anti-antrace cui attualmente sono sottoposti i militari americani presenta diversi effetti collaterali. |
Per il vaiolo, che da parecchi anni era stato considerato sconfitto, l'impegno economico necessario per prepararsi a una vaccinazione di tutta la popolazione sopra i 35 anni e' molto oneroso e c'e' il rischio di una possibile ricomparsa spontanea del virus. Un altro quesito riguarda il ruolo che dovrebbero svolgere i veterinari, che sono spesso i primi a identificare le malattie, perche' gli animali sono lo strumento dell'infezione, ma anche le sentinelle che possono metterci in allarme. Ma ci si chiede: chi si preoccupa dei ratti e dei volatili che vivono nelle nostre citta'? Il problema principale appare evidente: a differenza dei bombardamenti, gli attacchi con le armi biologiche sono silenziosi e l'epidemie possono essere subdole, e riscontrabili solo dopo un elevato numero di casi o di sintomi insoliti. Ed e' ormai assodato che in caso di attacco batteriologico, il primo problema e' quello di riconoscere il tipo di virus utilizzato perche' questo potrebbe far risparmiare massicce perdite di vite umane in caso di epidemia, naturale o indotta dall'uomo. Percio' appare preoccupante la dichiarazione apparsa sui giornali romani del Direttore sanitario del Policlinico Umberto I di Roma che denunciava come a fronte di 10 primari in malattie Infettive nel suo Ospedale non si sarebbe stato in grado di identificare prontamente un bacillo del carbonchio. A chi legge viene subito in mente la domanda: e se capitasse anche a noi saremmo veramente pronti? |
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